Alcune note sulla mostra di disegni
estemporanei raccolti dai quaderni e da fogli di meditazione
archiviati da Checco e Fiorella.
(galleria disegni)
Francesco è
stato un artista e uomo poliedrico: Pittore – Acquafortista
– Disegnatore – Decoratore di ceramiche - Poeta – Autore di
canti scout – Educatore.
In questa
piccola mostra offriamo una pagina inedita sull’arte di
Francesco precisandovi che è una pagina privata alla quale
ci accostiamo in punta di piedi giacché non esiste nessuna
lettura critica su quanto si vede esposto.
Troverete la
vita degli abitanti di questa casa disegnata in forma
caricaturale, non mancano Anna e Checco e gli amici che la
frequentavano e frequentano ancora oggi; noterete che anche
i cani sono compresi.
Scorgerete
personaggi dell’ambiente scout del quale Francesco era il
Capo indiscusso. Potrete notare la facilità del tratto che
disegna le caratteristiche personali di ognuno dei
rappresentati e che amplifica e rileva particolari del corpo
e/o del viso o della posa. Ci sono dei biglietti di auguri
gustosissimi.
E’ una sana
ironia rivolta alle persone in forma molto amichevole e
confidenziale mentre è feroce l’autoironia nelle
rappresentazioni di se stesso. Guardate il foglio “Chissà
che tipo di denti avrò il 19/1”.
Il
lato ironico della vita, raffigurato in questi disegni,
sembra quasi che prenda consistenza pedagogica dicendoci di
coltivare l’umiltà perché nessuno è perfetto!
Nella mostra
vi sono vignette di satira aggressiva che riportano a un
certo periodo storico, guardate i personaggi di “discorso da
portare avanti” e la sequenza di critica dura della carità
chiesta da un poveraccio a un sacerdote. Bello è anche lo
sternuto del nasone/proboscide dell’elefante “Ecccc ì”.
Vorrei farvi
notare anche i ritratti scouts dai mocciosi di strada del
tempo che poi sarebbero diventati bravi ragazzi, anche se
molte espressioni dei volti non sono proprio sveglie e
intelligenti.
Osservate
anche le ieratiche Teste Coronate e, nella vignetta un po’
sopra, l’amara espressione della sconfitta.
Gli
schizzi/figurazioni su sfondo bianco non quadrettato, si
riferiscono, in maggior parte, a un periodo in cui in questa
casa si svolgevano, guidati da un prete, i cosiddetti
“giovedì di preghiera”. In sostanza si rifletteva e si
commentavano le letture della domenica seguente.

Qui la
fantasia di Francesco è un campo fertilissimo che produce
soggetti che vanno dal magistero della chiesa, ai diavoli a
fantasmini etc.
Come avrete
il modo di vedere il mondo di Checco non finisce di stupire
e, col tempo, faremo anche altre scoperte perché tutto il
suo materiale non l’abbiamo ancora registrato e catalogato.
Concluderei
dicendo che Francesco fa trasparire da questi abbozzi il suo
modo di sentire e di pensare “In libertà”.
Gianni
ANNA
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Anna Maria Feder Piazza
1933 – 1987
“Non di solo pane vivrà l'uomo”
Lc. 4,4
17 febbraio 2013
ventiseiesimo anniversario della sua morte
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L’umile eroismo del quotidiano
Signore, fa che non ci sentiamo mai
degli eroi in nessuna circostanza
della nostra vita .
Facci agire da eroi sempre,
ma impedisci con la tua grazia santificante
di farcelo ammettere.
Concedici di sentirci solo
degli uomini normali
che compiono né più né meno
che il loro normale dovere.
Nelle ore più difficili e stanche
della nostra vita,
quando ci sentiamo
increduli e disincantati,
impediscici di credere
che il nostro continuare a camminare
al ritmo di sempre,
la nostra ferma volontà di lottare
e di aver fede
sia qualcosa che esuli
dal normale dovere di un cristiano.
Allontana da noi ogni superbia,
ogni orgoglio sia pur piccolo e giustificato,
ogni confronto.
Facci solo sorgenti di amore,
amore cieco che non vede,
non misura, non paragona,
che si accontenta solo di dare
finché tutto è esaurito.
Dai carnets de route di Anna Maria
20.9.1955
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TEMPO DI TORNARE
Dopo più di vent’anni,
nella terra che fu la tua,
ti ho ritrovato, intatta, Annamaria!
(atto del pensiero
di un attimo esistenziale).
Lecci, pioppi in colonnato,
e pini artigliati al suolo compatto
(alfabeti di mille lingue
e foglie ispirate d’azzurro),
in questo secco, arido maggio,
ma pur gioioso e fecondo:
un mondo
da te amato e perduto
per le zanne canine di un male
implacato.
Per un ritorno è stato,
per me, in quell’agire creativo,
continuo e meditato
di Checco;
fissato su lastre in morsura
o nel colore pacato
del paesaggio,
per alchimia di bulino e pennello.
“Alberi anime”,
con rigore ritratti ed amore;
umili e solari: mistero
di fantasie e pensiero.
Calpestavo ignoto e inaudito,
l’erba del prato
dalla siccità inaridito.
Morta erba,
strideva, paglia acerba,
senz’alito di fiato;
come quel 17 febbraio ’87,
sempre a noi discosto
(un gruppo di vecchi
Che il tempo dì per dì dirada).
Immobile, un attimo mi assesto
(dimentico i rumori della strada)
in un silenzio atemporale
quasi staccato dal mio naturale.
Allora, un’eco palpita nel cuore:
“Qui, da Cristo Signore,
che hai da me incontrato,
era tempo di tornare”.
Luigi Pianca – Treviso, 26-31 maggio 2011. |
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