Riscoperte e ritrovamenti | |
Con vari amici siamo diventati
frequentatori saltuari della Antica Osteria Santa Margherita di Ciano
del Montello, un locale molto piacevole, con la particolare sensazione
di trovarsi in famiglia. Non esiste un menù da cui scegliere, ma si
gusta quello che è stato preparato quel giorno per tutti gli avventori,
proprio come in famiglia. È come trovarsi a casa. L’istintiva curiosità ci fece scoprire l’esistenza, nel borgo poco distante, di una chiesetta dedicata proprio a Santa Margherita di Antiochia, ricordata e venerata come Santa Margarita in campestris. Il martirologio la celebra come “potente contro le demoniaca malvagità cui si attribuiva le tempeste e le grandinate”. Morì decapitata per non aver voluto abbandonare la sua religione. Si deve sapere che il paese di Ciano è costituito da otto borghi, ciascuno con una chiesetta o un capitello e tutti con una loro storia e una devozione particolare. Ciano del Montello non era ignoto a noi, che fin da giovani frequentavamo la casa di Anna e Checco Piazza, ci ricordava, infatti, l’amicizia di Francesco con don Giovanni Zanatta. È stato suo Assistente Ecclesiastico a Santa Maria del Rovere quando Francesco era il Capo Riparto del Treviso 7° ASCI (Associazione Scouts Cattolici Italiani). Ecco che ritorna alla memoria la storia di don Giovanni, che dopo essere stato cappellano a Madonna del Rovere è stato trasferito a Ciano del Montello. L’amicizia tra i due non si interrompe e lo si scopre dal libro scritto da don Giovanni «CIANO DEL MONTELLO E LA SUA PIEVE» in cui troviamo citato il “Prof. Francesco Piazza di Treviso” autore di due quadri a tempera, uno esposto nel presbiterio della parrocchiale di Ciano, il secondo in un capitello nel borgo di San Urbano. Il libro, nella biblioteca della Fondazione, riporta la dedica a Francesco e un ex libris di Francesco Piazza. |
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«Calalzo, 21/7/’59
All’amico e fedele collaboratore
del mio primo apostolato scouts
con affetto, l’autore
don Giovanni Zanatta» |
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![]() In bianco e nero la foto, con didascalia, pubblicata sul libro stampato nel 1958. |
Sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa di Ciano, illuminata da un raggio di sole e dedicata a Santa Maria assunta, si può ammirare il quadro a tempera di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. 12 Gesù entrò nel tempio e ne cacciò fuori tutti quelli che vendevano e compravano; e rovesciò le tavole dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombi. 13 E disse loro: “È scritto: 'La mia casa sarà chiamata casa di preghiera', ma voi ne fate 'una spelonca di ladroni'”. (Mt 21, 12-17) ![]() |
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Nel borgo di Sant’Urbano esisteva un vecchio capitello, in stile classico per il suo tempo, andato distrutto con la prima guerra mondiale e ora ricostruito in maniera totalmente diversa. | |
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Nel vecchio capitello dedicato a Sant’Urbano (327 – 390) c’era la rappresentazione del Santo, anche questa è andata distrutta, mentre nel nuovo capitello vi si trova la seconda opera di Francesco Piazza. . | |
Riportiamo la presentazione che don Giovanni Zanatta nel suo libro |
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Appena
dopo esser stato nominato Vescovo di Langres, la leggenda racconta che
vi furono dei disordini per motivi politici e Urbano dovette rifugiarsi
nei campi coltivati a vigna dove trovò assistenza tra i vignaioli che lo
nascosero. Tra loro operò un’opera di conversione al cristianesimo
avendone acquisito la fiducia e il rispetto vicendevoli. I rapporti tra
di loro si svilupparono tanto che egli si affezionò molto a tutte le
persone che si occupavano di produzione di vino. Sant’Urbano è quindi
considerato patrono dei vignaioli e delle loro vigne ed è invocato
contro le malattie delle viti e l'alcolismo.
Ecco che i simboli dei tralci e dei grappoli d’uva trovano posto nel quadro che lo ricorda ad opera di Francesco Piazza. |
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Questa storia riferisce di
tempi molto distanti dal nostro mondo e modo di vivere, Santa Margherita
e Sant’Urbano ci portano a considerare l’aspetto importante della
cultura agricola dei secoli scorsi. Più adeguata ai nostri giorni è la cacciata dei mercanti dal Tempio. Tutt’ora vi sono, infatti, personaggi che fanno il loro tornaconto da vicende para religiose che non hanno niente a che fare con l’essenza della Buona Novella di Gesù Cristo. |
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