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TU CHE ERI
Tu che eri vincente
tu che eri sicura e
forte,
tu che ti muovevi
cosciente
scrutatrice della
sorte,
tu che sorridevi
e convincevi, tu
presente,
tu completa, tu
indimenticabile
ora sei nel
passato. Ti piansero
innumerevoli amici,
accolsero
il tuo annuncio
pesato
di fraternità
creativa.
E io perdente,
discosto,
incerto,
sfiduciato, passivo
io che nel dubbio
ho scelto l’assenza,
il non pensare, il
non cercare,
il fuggitivo,
il conciliatore
della coscienza
ecco, io vivo
e sono custode
meravigliato
della tua erompente
vitalità.
Testimone
ammutolito
e appesantito
dal grande fardello
della testimonianza
che mi schiaccia e
mi grava.
Aspetto solo di
ritrovarti,
dopo il terrore, il
distacco,
per riappropriarmi
della tua luminosa
santità.
(febbraio 1994)
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