 |
S’incontrano le ore
in monotono passo,
e le vicissitudini
non le scalfiscono
affatto.
Ma son esse a
portare
i giorni e le
stagioni
e quei tempi
d’amore
nei quali si è tesi
come il fiore del
cactus.
Quando potranno
scorrere
senza che noi
dobbiamo
per l’attesa
soffrire?
Lasceremo correre,
correre
ore e stagioni
insonni
abbacinati di amore
con chiusi gli
occhi,
affogati di carezze
e di baci
nel morbido abisso.
(10 dicembre 1955) |