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PIACEVOLI INGANNI
Nebbia strana di
marzo.
Dal muro opaco
giungono,
dove il silenzio è
d’obbligo, accidioso
ovattato attributi
di novembre,
voci di merli e
calandrine, chiasso
scompigliato di
passeri, richiami:
“Chechi siòr,
chechi siòr, chechi siòr”
e il ticchettìo
metallico fra i rami
del contadino che
il vigneto pota.
Fuma la nebbia
immota
ma il tardo inverno
non rinuncia ai fiochi,
tenui, trepidi,
timidi segnali:
punte di giallo,
viola, bianco: i crochi,
luci rosa,
improvvise, universali
sul ceduo appena
“destajà” e pulito,
sul vasto campo
verde di recente.
Bagnati dal
miracolo indugiamo
A cogliere nel
crudo fiato algente
il soffio nuovo e
in pace sorridiamo. |