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E se nei seni raccogli
canti di adorazione
e se ai tuoi
fianchi si aggrappano
maglie d’occhi
maligni,
cos’è che si
frappone
fra me e la voluta
notte?
Le frasi che
sgorgano a gocce
sature e gonfie di
intenti
scalfiscono la
corteccia
di memorabili
indugi.
Come la folla
intensa
di correnti alla
volta
di rade pendici,
che è brezza
frantumata in
bisbigli,
è l’insensata
rinuncia
fatta di
trepidazioni.
Ali che il garrire
brioso
di tutto un cielo
in subbuglio
può inumidire gli
occhi
quando mi lieviti
accanto.
(1956)
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